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Paolo Pagliotto New York 2005 - 05

Viaggio al centro del mondo (Game over - day 7)

 

(Sottofondo consigliato: My Way, di Frank Sinatra)

E' l'ultimo giorno di vacanza, e finalmente il Mune si alza al mattino presto per correre dal giorno della Maratona. Molti podisti hanno già abbandonato la città, ma Central Park è ugualmente piena di gente che corre o che va in bicicletta. E' anche il primo giorno di relativo brutto tempo, è nuvoloso, la temperatura si è abbassata e minaccia pioggia. Girando nel parco, andiamo a cercare Strawberry Field ed il Dakota Building, per rendere omaggio ad un Grande musicista e poeta del secolo scorso. Troviamo con qualche difficoltà il mosaico di "Imagine". Due anni fa l'ho trovato tutto circondato di fiori (http://tinypic.com/fu55lg.jpg) e foglietti, oggi invece lo trovo desolatamente vuoto ed anzi protetto da transenne che ne preservino l'integrità (!). La caratteristica di quest'angolo di parco è quella di avere numerose panchine che l'adornano, e su ognuna di esse vi era una targa che indicava il nome del donatore (di panca) ed il motivo. Che generalmente è quello di poter dare, con questa panca, la possibilità alle persone di potersi sedere e di poter godere della pace (direi quasi mistica) che questo luogo infonde (avrei anche una foto di una targa donata da degli italiani, ma l'ho fatta con la "usa e getta" e le foto sono ancora in attesa di essere scannate dal Mune...).

Dopo l'ultimo giro del Jaqueline Onassis Reservoir (il lago è dedicato infatti all'ex first lady, che veniva a correre spesso qui intorno), ci attende il compito più duro del viaggio: la ricomposizione delle valigie e dei nostri beni. La difficoltà non sta proprio nel fatto che ci dispiace fare i pacchi perché vuol dire che lasciamo NY, ma un po' più materialmente è praticamente quasi impossibile stipare tutto quello che abbiamo comprato dentro le nostre valigie! Vi evito di mostrare la foto che mi ritrae seduto sulla valigiona da 150 litri, cercando di tenerla chiusa. Ancora grazie che durante l'andata ho provveduto a riempirla solo a metà in previsione di questo. Ho dovuto mettere nel mio bagaglio a mano anche della roba del Mune... Maledetto consumismo!

Dopo la colazione da Starbucks, lui va a fare le ultime foto ed io vado in visita culturale (ebbene sì, nessuno se l'aspettava, neh?) per musei. Prima tappa il Guggenheim (foto non nostre: http://tinypic.com/fu5hzb.jpg e http://tinypic.com/fu5i13.jpg), che m'interessava per un particolare dipinto che credevo essere lì (per la precisione quel quadro composto da "nonmiricordoilnome" fatto completamente di una particolare tinta di blu, che mai nessun altro è mai più riuscito ad imitare. Un po' vaga come indicazione, lo so...). Invece mi vedo costretto a sciropparmi l'esposizione sugli artisti russi (http://tinyurl.com/986rc). Beh, "sciropparmi" devo dire che lo pensavo prima. Invece, durante la visita, mi sono ricreduto ed ho ammirato notevoli opere. Anche se forse (dico "forse") ho fatto la visita al contrario. Cioè, nelle guide che avevo della città (Lonely Planet e Corriere della Sera) viene indicato un certo percorso di visita (entrare, prendere l'ascensore e percorrere la spirale dall'alto in basso), mentre il Mune (che mi ha raggiunto in seguito) ha fatto il percorso inverso, e notando che le icone religiose erano alla base della spirale ed a salire tutte le altre opere, forse ha avuto ragione. In ogni caso mi rifiuto di credere che i quadri di Kandinsky abbiano un benchè minimo senso! Se mi davano 30.000 lire e qualche tubetto di pittura, li facevo meglio io (variazione sul tema "tre uomini ed una gamba") ...

Poi è la volta del Metropolitan (foto non nostre, in quanto facciata in restauro: http://tinypic.com/fu5nup.jpg ), dove vado a vedere "Van Gogh: the drawings". Solo che mi accorgo dentro che i drawings sono i suoi disegni, e che c'erano pochi dipinti (tra i quali però c'era uno dei suoi fantastici autoritratti), ma comunque ne è valsa sempre la pena (in attesa di andare a vedere a Brescia lui e Gauguin a fine mese). Poi dovrei dirvi che mi sono perso dentro quel cacchio di museo, ma non ve lo dico per non fare figure del cavolo. Ma non possono creare dei percorsi guidati, dato il fatto che è uno dei musei più grandi del mondo??

Dopo che mi riincontro col Mune all'uscita del museo, ci dirigiamo insieme verso un posto dove avere il nostro ultimo pasto in terra americana, e lui mi porta dove è stato lui due giorni prima, vicino all'Empire. Dovrebbe essere una tipica "steak-house" americana (secondo l'aspetto esteriore del locale), ma, a parte la bandiera americana spianata ed appesa in mezzo alla sala, di americano non c'è un bel nulla. La carne devo dire che è buona, però quel belin di personale non sapeva neppure l'inglese... Ma cacchio, allora appendi la bandiera della tua nazione, ché io l'apprezzo ancora di più, ma non venirmi a pigliare per il sedere facendo credere ai turisti ed alla gente che qui dentro sia America!

Dopo aver ritirato i bagagli dall'ostello, ci rechiamo a salutare quelli dello Starbucks che ci abbracciano, baciano e salutano piangendo... (non è proprio così, tra un po' sono io che piango, però mi avrebbe fatto piacere se l'avessero fatto, dopo quello che ci abbiamo speso!). Tocca a me fermare un taxi in Times Square, facendo addirittura battaglia con una nanerottola che cercava di fregarmelo. Ho fatto valere le dimensioni del mio trolley da 150 litri, che le avrebbe fatto male in testa (fossi riuscito a sollevare quel peso, ma non avrei dovuto fargli fare troppa strada ).

Inizia a piovere, e l'autobus parte dal Grand Central Terminal diretto al JFK. Il Mune dormirà praticamente da ora fino all'arrivo a Nizza, svegliandosi solo per il tempo necessario per fare i check-in e salire sugli aerei. Io invece passerò la notte in bianco, stretto da una morsa composta da lui al mio fianco destro ed una bionda con l'alito da fogna a cielo aperto alla mia sinistra (e non ci hanno fatto l'upgrade in business, questa volta). Inutile, non sono mai riuscito a dormire in aereo, e non solo per il fatto che su questo volo NY-Londra ci fossero stati una numerosa comitiva di ebrei in contemporanea con degli arabi (sapete che ridere una lite dal vivo?), ma è che la posizione non me lo consentiva proprio. Dormire da seduti? E come si fa???? Mi rifarò con le 16 ore filate di sonno al mio rientro a casa.

Ma del mio viaggio a NY cose mi resta? Sicuramente qualche foto e dei bei ricordi. Forse anche la voglia di tornarci. Certamente anche l'amarezza per non essere riuscito a portare a termine la Gara, ma mi rifarò negli anni a venire. Ci sono cose della Merica che apprezzo molto (la mescolanza, lo spirito sportivo - nonostante il Tylenol -, l'entusiasmo, la storia - seppur giovane -, etc.) ed altre che invece non apprezzo (le armi, la mania di grandezza materiale e morale, il sistema assistenzialistico, la mancanza di volontà degli immigrati ad inserirsi nel tessuto sociale, ed altre "sciocchezze" simili ). Non so dire se sono fortunato o sfortunato a non vivere là. Forse vedo l'America come un paese bellissimo perché quando ci si va si è turisti e si sa che dopo si torna alla tranquillità di casa nostra. Però, però... alla fine, tornando, sembra davvero che finisca un gioco e che siamo costretti a tornare "grandi". Ma tornerò ancora "bambino", prima o poi!

Game over.

Pagliotz.


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