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Passatore 2006 di Giorgio Piras 

Come promesso vi riporto un breve, succinto, sintetico resoconto del mio IV° Passatore

 
- E’la quarta volta che vado ad affrontare il mitico Passatore, la più antica e famosa corsa sulla distanza del mondo, gara durissima, logorante, interminabile… però alla fine bellissima, affascinante, coinvolgente e soprattutto indimenticabile, 100 lunghissimi km con partenza da P.zza della Signoria a Firenze e dopo aver attraversato l’Appennino Tosco-Emiliano arrivo in P.zza del Popolo a Faenza,….Quest’anno anche se carente di preparazione, dovuta a vari impegni e piccoli infortuni, spero di riscattare il mesto ritiro dell’anno scorso al 70° km per problemi alle spalle .
- Partiamo in quattro, io, il President Bruno alla sua quinta partecipazione, lo stakanovista Silver, alla seconda partecipazione, e l’esordiente Maurizio, detto “Nerone” per le sue frequenti bruciature agli appuntamenti –
- Partenza di Venerdì in macchina e traversata notturna in nave, arrivo a Firenze verso le 9.30, primo problema, trovare un parcheggio in modo tale da non spennarci come lo scorso anno(pagato ben 80 €uro), dopo varie peripezie, lo troviamo in via Gramsci, quindi ci avviamo verso P.zza Repubblica per il ritiro dei pettorali, nonostante quello che di lì a poco ci aspetta siamo abbastanza allegri e rilassati, …poiché ancora è presto decidiamo di fare un salto al Ponte Vecchio e scattare alcune foto, Maurizio, ignaro di quanto gli aspetta, è il più su di giri, si ferma in circa 245 negozi di scarpe per trovarne un paio che siano di gradimento alla moglie, senza comunque concretizzare, quindi Palazzo Pitti, altre foto di rito, ..peggio dei giapponesi!!!, e finalmente verso le 11 arrivo in P.zza Repubblica, dove ancora non era iniziata la consegna dei pettorali e già lunghe file di atleti erano schierati nelle rispettive zone di ritiro, sistemate in base ai cognomi, …anche noi, sotto un sole cocente, ci accodiamo nelle relative zone, dopo circa 45 minuti ritiriamo il nostro preziosissimo pettorale con chip e maglietta, quindi rientriamo alla macchina, prima di cambiarci decidiamo di mangiare, prendiamo quanto portato da casa e andiamo a sistemarci all’ombra –
Come prassi si mangia del riso in bianco(preparato dal grande Silver), condito con dell’ottimo olio d’oliva, quindi due arance, una banana e l’immancabile caffè nel vicino bar –
- Si rientra quindi alla macchina, e qui, come accennato dall’equino di San Francesco, iniziano le meticolose operazioni di preparazione,.. in una gara del genere, in cui si deve correre per oltre 11 ore, come prima cosa, occorre proteggere per bene i capezzoli con dei grossi cerotti e vaselina, sempre la vaselina in abbondanza sotto le ascelle e soprattutto ai piedi,
data la temperatura, non ci sono problemi per l’abbigliamento… ciclisti(si evita lo sfregamento alle cosce) e canottina, per quanto riguarda le scarpe uso le mie quasi nuove Asics 2110, prese appunto per l’occasione e di un numero più grande rispetto alle altre in uso, ciò dovuto al fatto che in gare di lunga lena il piede tende a gonfiarsi, e se la scarpa non è un attimino abbondante… sono doloriii!!!-
- Finita la preparazione, ci mettiamo in borsa l’abbigliamento essenziale occorrente e ci avviamo di nuovo verso P.zza Repubblica, poco dopo consegniamo le borse, una per il  cambio al passo Della Colla e l’altra per l’arrivo a Faenza –
Sono circa le 13,45, ancora è presto, troviamo un piccolo spazio sotto i portici e ci sdraiamo per terra all’ombra, cercando di rilassarci, …poco dopo arriva Silvestro riferendoci di aver trovato un suo sosia, e che tra poco ce lo faceva conoscere, infatti è subito scomparso in mezzo alla massa degli atleti, e dopo qualche minuto è apparso, ..con occhiali e bandana di Silvestro, indovinate chi?... grande sorpresa!!!, il losco Faust!!!, che, non contento della terribile Ecomaratona dei Marsi portata recentemente a termine(13/05), tenendoci completamente all’oscuro, si è iscritto al Passatore… bastardooo!!!.... cosa non si fa per incamerare punti!.. scherzo naturalmente, la sorpresa ci ha fatto tremendamente piacere ed ha favorito inoltre il passar del tempo in attesa della partenza, infatti fra una battuta e l’altra si son fatte le 14.40, ci incamminiamo, unitamente a tanti altri atleti, verso la vicina P.zza della Signoria, passiamo davanti allo zona di partenza, in via Di Calzatoli, dove sono già schierati gli atleti più forti, Fattore, Sartori Calcaterra ed altri, noi come al solito andiamo a sistemarci nelle retrovie –
- Mancano pochi minuti alla partenza, la tensione sale, lo speaker, nomina gli atleti più significativi presenti, ci incoraggia ripetutamente e ci ricorda le varie tappe della gara, alle 15.01.. lo sparo e finalmente si parte!!, nel lasso di tempo che intercorre per passare sulla pedana di rilevamento, camminiamo e ne approfittiamo per un in bocca al lupo reciproco… superiamo la pedana… e …si corre!!, fra due ali di folla prendiamo una tranquilla cadenza, dopo 5 km corsi all’interno della città, si affronta la prima salita verso Fiesole, lunga circa altrettanti 5 km, presenta pendenze impegnative del 6-8%, vista la temperatura e l’umidità la corriamo a ritmo blando,… per un buon tratto restiamo tutti e cinque più o meno assieme, dopo Fiesole la salita spiana, ci consente di aumentare un attimino il ritmo e quindi ognuno prende il suo passo, …mi ritrovo a correre assieme a Fausto, di pari passo procediamo sino quasi l’abitato di Olmo 17°km, poi ad un ristoro, il Mela mi riferisce che preferisce rallentare un attimino, quindi continuo da solo sempre tenendo un andatura poco dispendiosa, cosi affronto la seconda salita verso Vetta Le Croci, dove poco dopo lo scollinamento trovo Silvestro, seduto a bordo strada vicino ad un’autoambulanza, intento a sistemare dei cerotti alle scarpe, le quali gli procuravano dei fastidi, lo aspetto e poco dopo riprendiamo assieme l’avventura, fra un ristoro e l’altro arriviamo a Borgo San Lorenzo, primo traguardo intermedio(km.35), a differenza dello scorso anno, nonostante il caldo, mi sento abbastanza bene, mentre Silver, sembra un attimino in difficoltà per via del mal di schiena e dei problemi alle scarpe, iniziamo comunque la lunga e dura salita verso il Passo Della Colla, dopo alcuni km, Silvestro, mi incita ad andare, lui salirà tranquillamente alternando il passo alla corsa, quindi continuo da solo aumentando gradualmente l’andatura, nel frattempo, ripenso a come intendevo affrontare la gara nei giorni scorsi, in particolare, poiché, durante gli ultimi mesi ho fatto pochissimi allenamenti di fondo, indipendentemente da come avrei affrontato la prima parte in salita sino alla Colla, nella seconda parte al massimo l’avrei finita(?) al passo, quindi tanto valeva cercare di forzare in salita, e prenderla al limite come allenamento in previsione di un’eventuale partecipazione alla altrettanto durissima Pistoia-Abetone(25/06), con detti pensieri arrivo all’abitato di Ronta e raggiungo Bruno, andato avanti nel tratto in cui aspettavo Silvestro, lo affianco, gli riferisco che Silvestro è un po’ in difficoltà e quindi continuo a salire, e da li aumento decisamente l’andatura, supero tantissimi atleti che procedono a ritmo lento o al passo, il ché, pur consapevole che poi pagherò lo sforzo, mi da ulteriore energia, ma non mi interessa, mi fermo solo ai ristori ogni 5 km., arrivo a Razzuolo, dove le pendenze sono veramente impegnative, al ristoro dentro l’abitato cammino per circa duecento metri per riprendere fiato, ciò capita proprio in corrispondenza di due ripidissimi tornanti, che creano difficoltà anche percorrerli al passo, mi ricordano quelli tremendi della Pistoia-Abetone, riprendo poi la corsa, allo scollinamento mancano ancora 3-4 km, riesco a salire abbastanza bene anche se con un ritmo un’attimino più basso, supero comunque tantissimi atleti che vanno al passo, ad una enorme fonte, non ricordo il nome, mi disseto e mi rinfresco, ormai mancano circa mille metri alla vetta, cammino per un centinaio di metri e poi riprendo a correre e dopo alcuni minuti finalmente il Passo della Colla, mi fermo al ristoro, però, sarà per lo sforzo profuso, ma non riesco a mandare giù niente, vado quindi all’autobus delle borse, dopo un pò di ricerca recupero il mio zainetto, mi do una lavatina, indosso la maglia termica a maniche lunghe per proteggermi durante la notte, prendo inoltre il marsupio dove ho messo delle pasticche di integratori, ed il telefonino, torno al ristoro e cerco di mangiare un po’ di marmellata, del the caldo, e poi prendo due bicchieri d’acqua da sorseggiarli piano piano, così affronto la ripida discesa, inizio ad andatura lenta per adattarmi gradatamente, comincio a sentire fastidio agli adduttori man mano aumentano, mi costringono a fare dei tratti al passo per attenuarli, soprattutto nei tratti più ripidi dove si scende in frenata, riesco comunque a raggiungere Colla di Casaglia, dove per passare nella pedana di rilevamento, occorre percorrere una ripidissima salita di circa 300, subito dopo il ristoro, breve sosta e continuo la discesa verso Marradi, nel frattempo è scesa ormai la sera, sono circa le 21, sistemo la luce rossa intermittente nella cinghia del marsupio, per segnalare al buio la presenza, e si riprende, mi rendo conto di essere in palese difficoltà, sto pagando lo sforzo fatto nella precedente salita, e questo lo sapevo, però quello che più mi preoccupa sono i dolori agli adduttori, i quali sorti durante una partita a calcetto fatta nel mese di Aprile, fra alti e bassi, li ho trascinati per tutto questo periodo e purtroppo in discesa si stanno di nuovo facendo tremendamente sentire, sempre più frequentemente alterno la corsa con dei piccoli tratti al passo, sino ad arrivare al terzo traguardo intermedio di Marradi posto al 65 km, al rispettivo ristoro mi fermo per alcuni minuti cercando di mangiare e bere qualcosa, mi rendo conto però di non riuscirci, riprendo la strada verso Faenza ormai deciso comunque ad arrivare, nel frattempo è ormai sopraggiunta la notte, la strada è purtroppo molto trafficata, macchine in normale transito, macchine e camper di accompagnatori, motociclisti che sfrecciano a velocità sostenuta e tanti ciclisti dotati di faretti di svariati colori che seguono gli amici in corsa, … durante la corsa appunto, oltre ai fastidiosi e accecanti fari delle macchine, si intravedono i numerosi luccichii delle lucciole, si sente inoltre il forte gracchiare dei rospi, lungo la strada, in corrispondenza di piazzole o slarghi vari tantissime comitive, perfettamente attrezzate, banchettano in allegria al ritmo di musica, o stornelli popolari, incitandoci, in svariati modi, spesso anche comico, ciò mi comporta comunque un senso di compagnia, nel mentre la strada scende in modo più dolce, quasi impercettibile, sento meno il fastidio degli adduttori, però adesso è la stanchezza che ha il sopravento, con più frequenza alterno la corsa con sempre più lunghi tratti al passo, nel frattempo penso come mai ancora Bruno non mi abbia raggiunto, forse ha avuto difficoltà anche lui? Probabilmente come suo solito, dopo la prima parte molto tranquilla, la seconda va in progressione, infatti poco dopo mi raggiunge, proprio nel momento in cui sono al passo, mi chiede se va tutto bene, gli rispondo di si, e che cercherò di portarla a termine anche se spesso al passo, quindi lui prosegue con la sua andatura costante, d’altronde dopo il quarto Passatore fatto assieme, sono consapevole delle sue enormi doti di tenacia e resistenza, ….finalmente riesco a comunicare col telefonino, sento casa, e gli rassicuro, hanno già cenato, ci lasciamo per risentirci verso le 23.30 prima che loro vadano a letto, parlo poi con Fausto e con Silvestro entrambi pur con acciacchi vari dicono di andare avanti, sento infine Maurizio, lo trovo molto euforico, sta bene è contentissimo, lo sono anche io per lui, .. arrivo al ristoro di S. Adriano, 70° Km., mi ricorda perfettamente il ritiro dello scorso anno, non prendo niente, non mi fermo, l’aver superato il 70° sembra ridarmi vigore, mi rendo conto inoltre che con la scusa della poca preparazione mi sto rassegnando a finirla man mano con più lunghi tratti al passo, poco più avanti trovo una fonte di acqua fresca, mi rinfresco e bevo abbondantemente, riprendo di nuovo a correre con più continuità, San Cassiano, 75°, un centinaio di metri prima del ristoro due bambini di circa 10 anni, nonostante l’ora tarda, hanno allestito un piccolo tavolino con dei dolcetti e qualche bicchiere d’acqua, mi fermo, mi dicono di prendere qualcosa, mi incitano, mi chiedono il cinque, li accontento, prendo un bicchiere d’acqua e dico loro “siete grandi!!” quindi con una punta di emozione riprendo la corsa con rinnovato vigore senza fermarmi al vicino ristoro, non sento più il dolore agli adduttori, però adesso si fanno sentire, a buon ragione!, le piante dei piedi, bisogna tener duro, la meta si avvicina, arrivo al km. 80, mi fermo al ristoro, mi siedo sul marciapiede, con la scusa di un sassolino, mi tolgo entrambe le scarpe, e per qualche minuto massaggio i miei poveri piedini :-), riparto, il massaggio pare abbia alleviato leggermente i dolori, ormai mancano meno di venti km. sembrano pochi… ma quando alle spalle ne hai percorsi oltre 80 di cui pochissimi in pianura, sembrano ancora un infinità, e soffrendo con tenacia e tanta, tantissima forza di volontà continuo, penso, no!!, questa è l’ultima che faccio, troppi sacrifici per prepararti sufficientemente, troppa fatica portarla a termine, e così mi vengono in mente le varie uscite… la volta che con Bruno e Maurizio, abbiamo fatto il caro percorso n° 7 al contrario, tutto in allegria….quante ne abbiamo dette a Maurizio!!, …oppure la volta a Tonara, con Piero Chicco, Faust e Sabry “la rossa”, lungo quei bellissimi sentieri montani sino ad arrivare a punta Muggianeddu, …alcune uscite in solitario a “S’Utturu de su Cadru!, …ma dai! …forse sono un pò troppo pessimista, li ricordo in modo particolarmente positivo, con questi pensieri arrivo a Brisighella, 90° km., sono all’incirca le 2 del mattino di Domenica, finalmente riesco a bere un bicchiere di te caldo, riprendo subito la corsa, sempre ogni tanto, alternandola a piccoli tratti al passo, mi sento ormai completamente indolenzito, piedi, gambe, spalle, braccia, però dopo aver stoicamente superato il 95° km., riesco ad aumentare anche il ritmo, arrivo finalmente alla deviazione per Faenza, un lunghissimo ed interminabile rettilineo si intravede all’ingresso dell’abitato, continuo ad aumentare ancora l’andatura, stanco!, stanchissimo!, dov’è il cartello dell’ultimo km!!!, è gia da alcuni minuti che corro dentro l’abitato e ancora niente, in lontananza scorgo un pannello giallo, finalmente è quello!, man mano che mi avvicino .. con rammarico mi rendo conto che il pannello indica una vicina attività commerciale, a questo punto stremato, vado al passo, dico fra me, corro solo dopo aver raggiunto il cartello dell’ultimo km, è così ho fatto, infatti poco più avanti scorgo finalmente “ultimo chilometro!!!!”, lo supero al passo, quindi con le ultime energie rimaste, corro… corro! ..corro!!, finalmente intravedo l’arrivo, aumento ulteriormente l’andatura, altri duecento metri!!, mi giro il marsupio verso dietro, mi sistemo un attimo la canotta, a finalmente taglio il traguardo a braccia alzate, in perfetta posa per il fotografo,.. mi complimento con me stesso e mi commuovo, è stata dura!, durissima!! Però ho vinto io!, mi fermo poi a riprender fiato, salgo la rampa portante ad una sorta di podio in cui ci sono due ragazze che consegnano la medaglia, quindi restituisco il chip, ritiro il diploma di partecipazione, e mi siedo in una vicina panchina a riposarmi un attimino, guardo l’attestato di partecipazione con i vari tempi di passaggio ai traguardi intermedi e mi rendo conto che sto già pensando a quella del prossimo anno-


Ciaooo!!!

 

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