Come
promesso vi riporto un breve, succinto, sintetico resoconto del mio IV°
Passatore
-
E’la quarta volta che vado ad affrontare il mitico Passatore, la più
antica e famosa corsa sulla distanza del mondo, gara durissima, logorante,
interminabile… però alla fine bellissima, affascinante, coinvolgente e
soprattutto indimenticabile, 100 lunghissimi km con partenza da P.zza della
Signoria a Firenze e dopo aver attraversato l’Appennino Tosco-Emiliano
arrivo in P.zza del Popolo a Faenza,….Quest’anno anche se carente di
preparazione, dovuta a vari impegni e piccoli infortuni, spero di riscattare
il mesto ritiro dell’anno scorso al 70° km per problemi alle spalle .
- Partiamo in quattro, io, il President Bruno alla sua quinta
partecipazione, lo stakanovista Silver, alla seconda partecipazione, e
l’esordiente Maurizio, detto “Nerone” per le sue frequenti bruciature
agli appuntamenti –
- Partenza di Venerdì in macchina e traversata notturna in nave, arrivo a
Firenze verso le 9.30, primo problema, trovare un parcheggio in modo tale da
non spennarci come lo scorso anno(pagato ben 80 €uro), dopo varie
peripezie, lo troviamo in via Gramsci, quindi ci avviamo verso P.zza
Repubblica per il ritiro dei pettorali, nonostante quello che di lì a poco
ci aspetta siamo abbastanza allegri e rilassati, …poiché ancora è presto
decidiamo di fare un salto al Ponte Vecchio e scattare alcune foto,
Maurizio, ignaro di quanto gli aspetta, è il più su di giri, si ferma in
circa 245 negozi di scarpe per trovarne un paio che siano di gradimento alla
moglie, senza comunque concretizzare, quindi Palazzo Pitti, altre foto di
rito, ..peggio dei giapponesi!!!, e finalmente verso le 11 arrivo in P.zza
Repubblica, dove ancora non era iniziata la consegna dei pettorali e già
lunghe file di atleti erano schierati nelle rispettive zone di ritiro,
sistemate in base ai cognomi, …anche noi, sotto un sole cocente, ci
accodiamo nelle relative zone, dopo circa 45 minuti ritiriamo il nostro
preziosissimo pettorale con chip e maglietta, quindi rientriamo alla
macchina, prima di cambiarci decidiamo di mangiare, prendiamo quanto portato
da casa e andiamo a sistemarci all’ombra –
Come prassi si mangia del riso in bianco(preparato dal grande Silver),
condito con dell’ottimo olio d’oliva, quindi due arance, una banana e
l’immancabile caffè nel vicino bar –
- Si rientra quindi alla macchina, e qui, come accennato dall’equino di
San Francesco, iniziano le meticolose operazioni di preparazione,.. in una
gara del genere, in cui si deve correre per oltre 11 ore, come prima cosa,
occorre proteggere per bene i capezzoli con dei grossi cerotti e vaselina,
sempre la vaselina in abbondanza sotto le ascelle e soprattutto ai piedi,
data la temperatura, non ci sono problemi per l’abbigliamento…
ciclisti(si evita lo sfregamento alle cosce) e canottina, per quanto
riguarda le scarpe uso le mie quasi nuove Asics 2110, prese appunto per
l’occasione e di un numero più grande rispetto alle altre in uso, ciò
dovuto al fatto che in gare di lunga lena il piede tende a gonfiarsi, e se
la scarpa non è un attimino abbondante… sono doloriii!!!-
- Finita la preparazione, ci mettiamo in borsa l’abbigliamento essenziale
occorrente e ci avviamo di nuovo verso P.zza Repubblica, poco dopo
consegniamo le borse, una per il cambio al passo Della Colla e
l’altra per l’arrivo a Faenza –
Sono circa le 13,45, ancora è presto, troviamo un piccolo spazio sotto i
portici e ci sdraiamo per terra all’ombra, cercando di rilassarci, …poco
dopo arriva Silvestro riferendoci di aver trovato un suo sosia, e che tra
poco ce lo faceva conoscere, infatti è subito scomparso in mezzo alla massa
degli atleti, e dopo qualche minuto è apparso, ..con occhiali e bandana di
Silvestro, indovinate chi?... grande sorpresa!!!, il losco Faust!!!, che,
non contento della terribile Ecomaratona dei Marsi portata recentemente a
termine(13/05), tenendoci completamente all’oscuro, si è iscritto al
Passatore… bastardooo!!!.... cosa non si fa per incamerare punti!..
scherzo naturalmente, la sorpresa ci ha fatto tremendamente piacere ed ha
favorito inoltre il passar del tempo in attesa della partenza, infatti fra
una battuta e l’altra si son fatte le 14.40, ci incamminiamo, unitamente a
tanti altri atleti, verso la vicina P.zza della Signoria, passiamo davanti
allo zona di partenza, in via Di Calzatoli, dove sono già schierati gli
atleti più forti, Fattore, Sartori Calcaterra ed altri, noi come al solito
andiamo a sistemarci nelle retrovie –
- Mancano pochi minuti alla partenza, la tensione sale, lo speaker, nomina
gli atleti più significativi presenti, ci incoraggia ripetutamente e ci
ricorda le varie tappe della gara, alle 15.01.. lo sparo e finalmente si
parte!!, nel lasso di tempo che intercorre per passare sulla pedana di
rilevamento, camminiamo e ne approfittiamo per un in bocca al lupo
reciproco… superiamo la pedana… e …si corre!!, fra due ali di folla
prendiamo una tranquilla cadenza, dopo 5 km corsi all’interno della città,
si affronta la prima salita verso Fiesole, lunga circa altrettanti 5 km,
presenta pendenze impegnative del 6-8%, vista la temperatura e l’umidità
la corriamo a ritmo blando,… per un buon tratto restiamo tutti e cinque più
o meno assieme, dopo Fiesole la salita spiana, ci consente di aumentare un
attimino il ritmo e quindi ognuno prende il suo passo, …mi ritrovo a
correre assieme a Fausto, di pari passo procediamo sino quasi l’abitato di
Olmo 17°km, poi ad un ristoro, il Mela mi riferisce che preferisce
rallentare un attimino, quindi continuo da solo sempre tenendo un andatura
poco dispendiosa, cosi affronto la seconda salita verso Vetta Le Croci, dove
poco dopo lo scollinamento trovo Silvestro, seduto a bordo strada vicino ad
un’autoambulanza, intento a sistemare dei cerotti alle scarpe, le quali
gli procuravano dei fastidi, lo aspetto e poco dopo riprendiamo assieme
l’avventura, fra un ristoro e l’altro arriviamo a Borgo San Lorenzo,
primo traguardo intermedio(km.35), a differenza dello scorso anno,
nonostante il caldo, mi sento abbastanza bene, mentre Silver, sembra un
attimino in difficoltà per via del mal di schiena e dei problemi alle
scarpe, iniziamo comunque la lunga e dura salita verso il Passo Della Colla,
dopo alcuni km, Silvestro, mi incita ad andare, lui salirà tranquillamente
alternando il passo alla corsa, quindi continuo da solo aumentando
gradualmente l’andatura, nel frattempo, ripenso a come intendevo
affrontare la gara nei giorni scorsi, in particolare, poiché, durante gli
ultimi mesi ho fatto pochissimi allenamenti di fondo, indipendentemente da
come avrei affrontato la prima parte in salita sino alla Colla, nella
seconda parte al massimo l’avrei finita(?) al passo, quindi tanto valeva
cercare di forzare in salita, e prenderla al limite come allenamento in
previsione di un’eventuale partecipazione alla altrettanto durissima
Pistoia-Abetone(25/06), con detti pensieri arrivo all’abitato di Ronta e
raggiungo Bruno, andato avanti nel tratto in cui aspettavo Silvestro, lo
affianco, gli riferisco che Silvestro è un po’ in difficoltà e quindi
continuo a salire, e da li aumento decisamente l’andatura, supero
tantissimi atleti che procedono a ritmo lento o al passo, il ché, pur
consapevole che poi pagherò lo sforzo, mi da ulteriore energia, ma non mi
interessa, mi fermo solo ai ristori ogni 5 km., arrivo a Razzuolo, dove le
pendenze sono veramente impegnative, al ristoro dentro l’abitato cammino
per circa duecento metri per riprendere fiato, ciò capita proprio in
corrispondenza di due ripidissimi tornanti, che creano difficoltà anche
percorrerli al passo, mi ricordano quelli tremendi della Pistoia-Abetone,
riprendo poi la corsa, allo scollinamento mancano ancora 3-4 km, riesco a
salire abbastanza bene anche se con un ritmo un’attimino più basso,
supero comunque tantissimi atleti che vanno al passo, ad una enorme fonte,
non ricordo il nome, mi disseto e mi rinfresco, ormai mancano circa mille
metri alla vetta, cammino per un centinaio di metri e poi riprendo a correre
e dopo alcuni minuti finalmente il Passo della Colla, mi fermo al ristoro,
però, sarà per lo sforzo profuso, ma non riesco a mandare giù niente,
vado quindi all’autobus delle borse, dopo un pò di ricerca recupero il
mio zainetto, mi do una lavatina, indosso la maglia termica a maniche lunghe
per proteggermi durante la notte, prendo inoltre il marsupio dove ho messo
delle pasticche di integratori, ed il telefonino, torno al ristoro e cerco
di mangiare un po’ di marmellata, del the caldo, e poi prendo due
bicchieri d’acqua da sorseggiarli piano piano, così affronto la ripida
discesa, inizio ad andatura lenta per adattarmi gradatamente, comincio a
sentire fastidio agli adduttori man mano aumentano, mi costringono a fare
dei tratti al passo per attenuarli, soprattutto nei tratti più ripidi dove
si scende in frenata, riesco comunque a raggiungere Colla di Casaglia, dove
per passare nella pedana di rilevamento, occorre percorrere una ripidissima
salita di circa 300, subito dopo il ristoro, breve sosta e continuo la
discesa verso Marradi, nel frattempo è scesa ormai la sera, sono circa le
21, sistemo la luce rossa intermittente nella cinghia del marsupio, per
segnalare al buio la presenza, e si riprende, mi rendo conto di essere in
palese difficoltà, sto pagando lo sforzo fatto nella precedente salita, e
questo lo sapevo, però quello che più mi preoccupa sono i dolori agli
adduttori, i quali sorti durante una partita a calcetto fatta nel mese di
Aprile, fra alti e bassi, li ho trascinati per tutto questo periodo e
purtroppo in discesa si stanno di nuovo facendo tremendamente sentire,
sempre più frequentemente alterno la corsa con dei piccoli tratti al passo,
sino ad arrivare al terzo traguardo intermedio di Marradi posto al 65 km, al
rispettivo ristoro mi fermo per alcuni minuti cercando di mangiare e bere
qualcosa, mi rendo conto però di non riuscirci, riprendo la strada verso
Faenza ormai deciso comunque ad arrivare, nel frattempo è ormai
sopraggiunta la notte, la strada è purtroppo molto trafficata, macchine in
normale transito, macchine e camper di accompagnatori, motociclisti che
sfrecciano a velocità sostenuta e tanti ciclisti dotati di faretti di
svariati colori che seguono gli amici in corsa, … durante la corsa
appunto, oltre ai fastidiosi e accecanti fari delle macchine, si intravedono
i numerosi luccichii delle lucciole, si sente inoltre il forte gracchiare
dei rospi, lungo la strada, in corrispondenza di piazzole o slarghi vari
tantissime comitive, perfettamente attrezzate, banchettano in allegria al
ritmo di musica, o stornelli popolari, incitandoci, in svariati modi, spesso
anche comico, ciò mi comporta comunque un senso di compagnia, nel mentre la
strada scende in modo più dolce, quasi impercettibile, sento meno il
fastidio degli adduttori, però adesso è la stanchezza che ha il
sopravento, con più frequenza alterno la corsa con sempre più lunghi
tratti al passo, nel frattempo penso come mai ancora Bruno non mi abbia
raggiunto, forse ha avuto difficoltà anche lui? Probabilmente come suo
solito, dopo la prima parte molto tranquilla, la seconda va in progressione,
infatti poco dopo mi raggiunge, proprio nel momento in cui sono al passo, mi
chiede se va tutto bene, gli rispondo di si, e che cercherò di portarla a
termine anche se spesso al passo, quindi lui prosegue con la sua andatura
costante, d’altronde dopo il quarto Passatore fatto assieme, sono
consapevole delle sue enormi doti di tenacia e resistenza, ….finalmente
riesco a comunicare col telefonino, sento casa, e gli rassicuro, hanno già
cenato, ci lasciamo per risentirci verso le 23.30 prima che loro vadano a
letto, parlo poi con Fausto e con Silvestro entrambi pur con acciacchi vari
dicono di andare avanti, sento infine Maurizio, lo trovo molto euforico, sta
bene è contentissimo, lo sono anche io per lui, .. arrivo al ristoro di S.
Adriano, 70° Km., mi ricorda perfettamente il ritiro dello scorso anno, non
prendo niente, non mi fermo, l’aver superato il 70° sembra ridarmi
vigore, mi rendo conto inoltre che con la scusa della poca preparazione mi
sto rassegnando a finirla man mano con più lunghi tratti al passo, poco più
avanti trovo una fonte di acqua fresca, mi rinfresco e bevo abbondantemente,
riprendo di nuovo a correre con più continuità, San Cassiano, 75°, un
centinaio di metri prima del ristoro due bambini di circa 10 anni,
nonostante l’ora tarda, hanno allestito un piccolo tavolino con dei
dolcetti e qualche bicchiere d’acqua, mi fermo, mi dicono di prendere
qualcosa, mi incitano, mi chiedono il cinque, li accontento, prendo un
bicchiere d’acqua e dico loro “siete grandi!!” quindi con una punta di
emozione riprendo la corsa con rinnovato vigore senza fermarmi al vicino
ristoro, non sento più il dolore agli adduttori, però adesso si fanno
sentire, a buon ragione!, le piante dei piedi, bisogna tener duro, la meta
si avvicina, arrivo al km. 80, mi fermo al ristoro, mi siedo sul
marciapiede, con la scusa di un sassolino, mi tolgo entrambe le scarpe, e
per qualche minuto massaggio i miei poveri piedini :-),
riparto, il massaggio pare abbia alleviato leggermente i dolori, ormai
mancano meno di venti km. sembrano pochi… ma quando alle spalle ne hai
percorsi oltre 80 di cui pochissimi in pianura, sembrano ancora un infinità,
e soffrendo con tenacia e tanta, tantissima forza di volontà continuo,
penso, no!!, questa è l’ultima che faccio, troppi sacrifici per
prepararti sufficientemente, troppa fatica portarla a termine, e così mi
vengono in mente le varie uscite… la volta che con Bruno e Maurizio,
abbiamo fatto il caro percorso n° 7 al contrario, tutto in
allegria….quante ne abbiamo dette a Maurizio!!, …oppure la volta a
Tonara, con Piero Chicco, Faust e Sabry “la rossa”, lungo quei
bellissimi sentieri montani sino ad arrivare a punta Muggianeddu, …alcune
uscite in solitario a “S’Utturu de su Cadru!, …ma dai! …forse sono
un pò troppo pessimista, li ricordo in modo particolarmente positivo, con
questi pensieri arrivo a Brisighella, 90° km., sono all’incirca le 2 del
mattino di Domenica, finalmente riesco a bere un bicchiere di te caldo,
riprendo subito la corsa, sempre ogni tanto, alternandola a piccoli tratti
al passo, mi sento ormai completamente indolenzito, piedi, gambe, spalle,
braccia, però dopo aver stoicamente superato il 95° km., riesco ad
aumentare anche il ritmo, arrivo finalmente alla deviazione per Faenza, un
lunghissimo ed interminabile rettilineo si intravede all’ingresso
dell’abitato, continuo ad aumentare ancora l’andatura, stanco!,
stanchissimo!, dov’è il cartello dell’ultimo km!!!, è gia da alcuni
minuti che corro dentro l’abitato e ancora niente, in lontananza scorgo un
pannello giallo, finalmente è quello!, man mano che mi avvicino .. con
rammarico mi rendo conto che il pannello indica una vicina attività
commerciale, a questo punto stremato, vado al passo, dico fra me, corro solo
dopo aver raggiunto il cartello dell’ultimo km, è così ho fatto, infatti
poco più avanti scorgo finalmente “ultimo chilometro!!!!”, lo supero al
passo, quindi con le ultime energie rimaste, corro… corro! ..corro!!,
finalmente intravedo l’arrivo, aumento ulteriormente l’andatura, altri
duecento metri!!, mi giro il marsupio verso dietro, mi sistemo un attimo la
canotta, a finalmente taglio il traguardo a braccia alzate, in perfetta posa
per il fotografo,.. mi complimento con me stesso e mi commuovo, è stata
dura!, durissima!! Però ho vinto io!, mi fermo poi a riprender fiato, salgo
la rampa portante ad una sorta di podio in cui ci sono due ragazze che
consegnano la medaglia, quindi restituisco il chip, ritiro il diploma di
partecipazione, e mi siedo in una vicina panchina a riposarmi un attimino,
guardo l’attestato di partecipazione con i vari tempi di passaggio ai
traguardi intermedi e mi rendo conto che sto già pensando a quella del
prossimo anno-
Ciaooo!!!
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