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Roma 2005: Maratona pilota       di Marco Era

Mi ritrovo a scrivere il mio racconto della maratona due giorni dopo che l'ho corsa, dopo che ho ripreso un pò di forze e che la mente è un tantino, non molto, più lucida.

Il mio racconto è assimilabile alle conclusioni che si possono trarre dalla messa in onda della così detta puntata pilota di un programma televisivo, perchè questa maratona per me è stata la numero zero, nel senso che prima di domenica non sapevo niente di cosa significasse “IL MURO del 30° Km”, “i rituali del pregara”, “il ritiro del pacco gara” e tutti gli altri tasselli che servono per costruire la maratona nei giorni immediatamente prima dello start.

I preliminari sono stati veramente incoraggianti, la compagnia era l'ideale perchè tutti mi hanno dato dei consigli che, prima, durante e dopo la gara, si sono puntualmente rivelati in tutta la loro utilità, ma due in particolare mi tornano in mente il primo è la prima non conta, nel senso che la prima Maratona è troppo particolare perchè non sai cosa ti aspetta, è una cosa nuova e talmente unica che ognuno reagisce in maniera diversa ad ogni piccola avversità, o ad ogni cosa che può creare un disturbo che durante la gara viene amplificato all'ennesima potenza, ma soprattutto non sai come reagire a questi piccoli eventi. Il secondo consiglio che mi ricordo era più che altro un ordine alla prima non ci si ritira, sono stati questi due consigli che mi hanno portato sfinito all'arrivo.

La partenza è stata molto emozionante 10200 iscritti che si mettono in moto, il calpestio era veramente impressionante, i primi Km scorrono velocemente anche perchè avevo due angeli custodi vicino a me (grazie a Luis e Bastiano), vado spedito mi sento bene mi godo il percorso, i miei angeli custodi mi lasciano dopo avermi consigliato di non stare intruppato e di regolare il passo e così faccio, chiacchiero con qualcuno che mi racconta di come è cambiato il percorso e il tempo passa velocemente, all'improvviso mi trovo davanti la Basilica di San Pietro, stupendo ed emozionante, anche per un non credente come me, il resto del percorso almeno nella prima metà non è molto panoramico. Vicino al villaggio Maratona, intorno al ventesimo, incontro degli amici di Oristano Piero, Enrico ed altri, arrivo alla mezza, guardo il cronometro 1 h 44' 04” perfetto, mi sento bene e corro in compagnia, meglio di così non può andare, al 25° Piero và perchè il ritmo per lui è basso, io decido di continuare con il mio passo ignaro dei problemi che arriveranno più avanti, in via Venezia incontro Francesca e Mariolina, mi incoraggiano e mi fotografano, vado avanti ma il passo non è più fluido ma continuo, al 28° inizia la crisi vera guardo i tempi passano da 4'50” 5'05”, 5'20” e così via, al rifornimento del 30° mi fermo e riprendo fiato bevo con calma Gatorade e acqua, mangio frutta e riparto mi accorgo subito che non ci sono con le gambe ma continuo (i tempi salgono 6' 10”).  Incontro Orlando, è un brutto colpo anche perchè mi dice che vuole ritirarsi e che Luigi ha avuto problemi e si è dovuto fermare, penso a cosa fare, la mia decisione è presa anche abbastanza in fretta, sommo i due consigli e mi dico “Se ti fermi oggi sarai giustificato nel ritirarti anche le prossime volte e poi è la prima devi soffrire, e soffrirai”, vado avanti alterno il passo alla corsa e smetto di prendere i tempi mi raggiunge Mario ed è un sollievo, mi incoraggia, è il solito esempio da seguire lo lascio andare perchè mi devo fermare per i crampi. Correndo mi guardo attorno e ogni tanto mi vengono in mente i consigli “stai attento ai sanpietrini” “pensa a divertirti” “non ritirarti”, purtroppo Pierpaolo mi ha anche detto “sulla Ostiense pensami perchè è il pezzo più brutto”, P.P. ti ho pensato! Vedevo i palloncini dei pace maker i verdi e gli azzurri erano sull'altro lato della strada quelli delle 4 h li perdo vicino alla Basilica si San Paolo, altri crampi, riprendo e penso, sono al 39° è praticamente fatta, riecco Orlando che impreca ma decidiamo di comune accordo di arrivare vada come vada chi se ne frega. Qualcuno che si è sentito male lo vediamo disteso tra due macchine è una scena desolante.

Alla piramide manca poco, l'ultima salita lo speaker ci dice che Di Cecco ha vinto in 2 h 08' guardo l'orologio e penso “2 ore meno di me”. Arriviamo al rettifilo finale è finita 4h 08' 17” ma le braccia sono ugualmente alzate al cielo come se avessi vinto, la mia faccia ha stampato sopra un sorriso, un'assistente medico mi guarda e penso che vorrebbe dirmi “ma che c...o ti ridi ci hai messo una vita”, ebbene si ci ho messo una vita ma sono molto contento, perchè ho finito. La prossima volta andrà meglio (peggio sarà difficile) perchè sò cosa mi aspetta e mi preparerò meglio. Il mio racconto finisce qui perchè quello che viene dopo sono solo dolori fisici e tanta voglia di dormire.

Tornando alla puntata pilota solitamente i produttori televisivi se questa puntata soddisfa il pubblico vanno avanti con la produzione, ebbene non sono convinto che il pubblico abbia gradito il mio “stile” di corsa da bue domato, ma io sicuramente ho promosso la mia esperienza e non vedo l'ora di riprendere ad allenarmi con la certezza che la puntata numero 1 mi darà la stessa felicità che mi ha dato la puntata zero.

Grazie a tutti per le belle parole prima e dopo la gara, ma soprattutto grazie a Luis per i consigli e il programmino, una promessa la faccio anche a lui, oltre che a me, la prossima volta andrà meglio, almeno spero e se così non fosse ...................chi se ne frega!!!!!!!!!!!!

Marco

 

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