top![]() |
|
La Maratona di Barcellona 2006 di Giuseppe Gucciardi |
|
Appena tornato da Barcellona ho pensato di buttare giù due righe, per descrivere le emozioni e sensazioni provate prima, durante e dopo questo fine settimana spagnolo. Prima di tutto vorrei iniziare ringraziando tutti coloro che si sono prodigati per la buona riuscita di questa trasferta, in particolare un plauso va a Orlando che si è dato un gran da fare per prenotare l’albergo e definire la sistemazione nelle stanze; a Pier Paolo e Luigi per il loro solito immancabile contributo e a tutti gli altri che hanno dato una mano. Ma andiamo a noi, come è andata la gara? Devo dire che sono arrivato a Barcellona con una strana sensazione, nonostante gli ottimi allenamenti impostimi da Pier Paolo, a proposito ancora tante grazie per la pazienza che hai avuto nell’aiutarmi e consigliarmi per questi tre mesi di preparazione, sono arrivato un po’ timoroso, forse perché ancora scottato dalla recente delusione di Palermo nel novembre scorso. Ma per fortuna era solo una sensazione. La gara a me è piaciuta tantissimo, un percorso facile e molto piatto, pochi strappi in salita e qualche breve distesa, niente di trascendentale insomma. La bellezza della gara è stata tutta nella cornice di pubblico che continuamente ci incitava con gli ormai familiari “”Animo, Animo””, vi assicuro che sentire la gente che ti applaude e ti incita è una cosa eccezionale ti da una grande carica, ti stimola e ti aiuta quando sei nei momenti di crisi e che dire del percorso quasi tutto dentro la città, bello, bello davvero. Eccezionale il passaggio alla Sagrada Famiglia, un giro intorno alla monumentale opera incompiuta di Gaudì di quasi 360 gradi, uno spettacolo bisognava stare attenti a non cadere solo per il fatto di avere il naso all’insù fisso ad ammirare quel capolavoro di architettura e arte; per gli amanti del calcio è stato anche bello passare sotto uno dei templi del calcio mondiale il Nou Camp di Ronaldno e company; e il passaggio alle Rambla molto suggestivo; bello anche il tratto fatto lungo il mare, il mio momento migliore dove pensavo di essere un supereroe, le gambe andavano quasi da sole nonostante 3/4 di gara fossero già stati fatti e continuavo a passare atleti allo spasimo, molti che camminavano. Solo negli ultimi chilometri ho iniziato a soffrire il caldo e la stanchezza, mi è sembrato addirittura di vedere qualcuno vestito da indiano, non ne sono sicuro forse avevo già le allucinazioni. Il finale in Plaza Espania per me è stato un vero trionfo oltre che una liberazione, con la mia sciarpetta rosanero custodita per tutta la gara e trionfalmente sventolata in faccia agli spagnoli, festanti e davvero ammirevoli. Ho concluso la gara in 3h e 46m ma è come se avessi vinto; in effetti ho vinto con me stesso e credo che tutti coloro che si cimentano in una maratona hanno lo stesso obiettivo vincere la propria sfida con se stessi. L’unica nota negativa di questa maratona è stata l’organizzazione un po’ superficiale nei rifornimenti in gara: al 30° km scarseggiavano i Sali minerali e non tutti hanno trovato le barrette proteiche al 35°; per non parlare della partenza, da alcuni vista ancora dall’expo non avendo ancora consegnato la borsa, visto che il guardaroba ha aperto le porte alle 08,30. Cosa pensavano che quasi 10.000 atleti riuscissero in 10 minuti a consegnare il proprio borsone, boh!!! E il pacco gara: una maglietta anonima, una penna, un portachiavi e qualche adesivo, il tutto in un comodissimo sacchetto di plastica, Mah!!! Per il resto ottimi i massaggi a fine gara e il servizio di podologia. Infine che dire della città: niente!!! Posso solo dire, a chi non ha ancora avuto il piacere di visitarla, ANDATECI, descrivere Barcellona sarebbe riduttivo e una sciocca presunzione per cui è meglio che sia la stessa città a raccontarsi da sola, con il suo pieno di colori, odori, suoni, luci, risate, storie, cultura, arte, bellezza e chi ne ha più ne metta. Beh credo di essermi prolungato anche troppo, spero di non aver annoiato nessuno, il mio intento era quello di raccontare al meglio un’esperienza comune della nostra bella associazione di corridori veri, sicuramente le mie sensazioni saranno diverse da quelle di altri ed è giusto che sia così, ma penso fosse importante farne partecipi tutti. Alla prossima Giuseppe, o picciotto siciliano.
|
|