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Venezia 2005 - di Pierpaolo Stefanopoli 

 

Ragazzi sto qui  a scrivere brevemente la veloce trasferta in terra veneta, precisamente a Venezia, dove 8 baldi giovani hanno portato alto il nome societario. Affrontare una Maratona è sempre una esperienza nuova. Non è la solita gara da 5, 10 o 20 km che bene o male si riesce a concludere in condizioni fisiche decenti. Qua no, c’è sempre un punto interrogativo, e a volte non basta una buona preparazione per correre una buona Maratona. Tante volte sono arrivato a questo appuntamento fisicamente a posto per poi in gara saltare senza conoscerne il motivo. E’ per questo che dico sempre a tutti che terminare male la gara non deve farci cadere in depressione, non deve abbatterci in modo smisurato,  anzi,  deve darci lo stimolo per riprovare e cercare di trovare la soluzione per disputare la volta successiva una prova convincente. Questo è quello che è accaduto al sottoscritto a Venezia, dove ho ottenuto il mio personale sulla distanza. Venezia qualche anno fa mi aveva lasciato un brutto ricordo, una prestazione ottima sino al 30 km per poi crollare come un salame e terminare in maniera davvero pietosa. Volevo la rivincita, l’aspettavo da tempo, e volevo riprovarci dopo aver riacquisito un po’ di fiducia nei miei mezzi.  Per questo da Agosto mi ero messo sotto con allenamenti duri. Avevo un unico scopo, arrivare al Ponte della libertà , fargli il ghigno per poi spiccare il volo e riprendermi il mal torto subito. Non sto a dilungarmi sugli allenamenti svolti, ma ne cito alcuni che secondo me hanno avuto una rilevanza importante, e precisamente quelli delle ultime settimane dove ho capito che alla gara sarei arrivato al massimo della forma. Uno, il 3x5000 fatto a Cagliari con recupero 1 km affaticante, passavo ai 5000 in 19’30” circa e recuperavo (per modo di dire!!!)  1km con un brusco aumento di velocità (ovvero in 3’45”), le gambe volavano da sole, poi il progressivo 5x4000, anche questo fatto a Cagliari partendo da 4’20” al km e aumentare il ritmo di 10” ogni frazione al punto che l’ultimo 4000 veniva fatto alla media di 3’43”!!, infine il test di Yasso, un test sul quale si potrebbe discutere della reale efficacia ma che comunque da un forte segnale di come si sta in quel momento, i tempi dovevano essere agli 800  2’56” al 400 2’04”, naturalmente l’allenamento è stato svolto con tempi decisamente inferiori. Insomma non vedevo l’ora di arrivare a Venezia. E quale migliore compagnia di quella avuta in questi due intensissimi giorni???. Il viaggio come al solito in auto, poi l’aereo, il treno e infine il Bus, praticamente mezza giornata passata da un mezzo all’altro (purtroppo il nostro male maggiore di quando andiamo in trasferta), ma sempre con spirito sereno, dove la battuta era sempre in agguato. Ragazzi siamo un gruppo formidabile!!!  Lasciatevelo dire, continuiamo sempre così,  allenandoci si, ma  tenendo presente che il fine non deve essere solo il risultato finale, cioè cronometrico, ma anche il divertimento tra di noi, e a Venezia è accaduto proprio questo. In albergo quando ormai era tardi, iniziano i preparativi, ed era bello assistere chi per la prima volta affrontava la Maratona, dare consigli, sempre con toni ironici, tipo: “ Quando arrivi al ponte se le gambe non ci sono, Lanciati e lasciati trasportare dalla corrente “ ecc..  , Tante le telefonate a Walter per ricordargli l’orario di partenza e di incontro con tutti noi, infondendogli fiducia e cercando di trascorrere le ultime ore prima dell’esordio in tutta tranquillità,  infine il battesimo da me effettuato al posto del Presidente, dove benedicevo lo stesso Walter e  gli garantivo l’arrivo a Venezia incolume. Ancora una volta BRAVO!!  Walter,  ricordo ancora quando 1 anno fa, in pineta, iniziasti a calpestare la superficie del terreno, prima camminando e dopo  a piccoli passi  correndo, per poi farti travolgere da questa bellissima passione che è la corsa. Poi la notte trascorsa in modo tempestoso, dove il povero Mario Bitti veniva ripetutamente violato da me e da Cristiano, nonostante fosse a lui caro un po’ di organizzazione!!!. Nell’altra stanza tutto taceva e questo ci aveva fatto pensare che gli altri  stessero dormendo, invece …… altro che dormire, erano in bagno spaventati e abbracciati tra di loro, conoscevano il loro destino e avevano paura di andare allo start e partire. Il primo mattino scivolava velocemente, vaselina a nastro in tutti punti possibile del nostro perfetto corpo, e via nelle gabbie per rimanerci una mezz’oretta e fare un pò di training autogeno. Poi lo sparo,  VIA i primi km passano velocemente, tutti un po’ irregolari, ma dal quarto in poi eravamo degli orologi, un gruppone di 100 e + persone che volevano scendere sotto le 3 ore, tutti vicini. La giornata era di quelle poco augurabili, nebbia e forte umidità, lo riconosco, avevo paura di vanificare i tanti sforzi di questi mesi. E’ per questo che ho preferito condurre una gara molto accorta, ho cercato di pensare ad altro e trovare il massimo della tranquillità, e il percorso ti garantisce questo, è uno spettacolo, i primi 20 km sono tra i più belli che si possano correre al mondo. Dopo pochi km, siamo già fradici, avevamo visto giusto, tanta umidità, ogni 5 km una bottiglietta d’acqua veniva scolata, non volevamo rischiare di saltare, siamo ormai al 20 km, comincia la parte più brutta del percorso, quella di Marghera, ma la fortuna ci assiste, la nebbia nasconde tutta la zona industriale cosicché arriviamo al 25 km senza accorgercene. Siamo ormai a Mestre, ancora pochi km e comincia la parte più dura, provo ad aumentare leggermente e faccio il 27/28° km a 4’10”, le gambe sono perfette, mi giro, Luigi è poco dietro di me, ma mi dice di continuare da solo, capisco che  per lui non è giornata, a questo punto arrivo al 30° km , c’è il cavalcavia, non ci penso due volte, lo attacco a testa bassa, le gambe vanno da sole!!! E via per i 5 km che resteranno tra i più belli fatti in Maratona,  là, dove 3 anni fa avevo fallito, costruisco la mia vendetta. Arrivo al ponte 4 km e mezzo di agonia ricordo, qua no, i passaggi parlano chiaro, 4’05”/4’06”/4’06”/4’09”/4’03” VOLO!!! Sono ormai a 7 km da Venezia, finito il ponte inizia la parte del porto, davvero bruttina, ma il ritmo cambia di poco, 4’10”, guardo il crono e penso che terminerò in 2h 56’ (penso agli altri che corrono con me) come staranno?? Dove saranno??, ma dura poco, arrivo al 39 km e qua trovo una brutta sorpresa passo in 4’38”, mi sono deconcentrato, sento le gambe ancora buone, in questi ultimi 10 km penso di aver superato non meno di 50 atleti,  sono dentro Venezia, cominciano i famosi 13 ponti in legno, ricordavo fossero solo all’ultimo km, invece no, come salgo al primo sento dolore ai polpacci!!, non mollo!!!  Continuo a correre, ansimo abbastanza, poco alla volta supero tutti i ponti, mi accorgo di non vedere le indicazioni degli ultimi km, in lontananza si vede il Gonfiabile dell’arrivo, sembra lontanissimo, nelle salite rallento, non ho la forza di aumentare il ritmo, ma ormai è fatta, vedo l’ultimo ponte, come arrivo nel punto più alto intravedo la sagoma di Gianni Goseli, mancano 200 metri, li faccio tutti di un fiato e taglio come in tutte le mie precedenti 19 Maratone a braccia alzate il traguardo. 2 h 57’32”, ho fatto il personale. Mi distendo per terra, sono provato, con Gianni ci dirigiamo negli spogliatoi e con calma analizziamo la nostra gara. Poco alla volta arrivano tutti gli altri, ci si abbraccia e si discute della gara. Siamo tutti d’accordo che Venezia è davvero una bella Maratona, con una prima parte veloce e una seconda molto impegnativa, da arrivarci freschi. Il rientro è come l’andata, un viaggio fatto di ricordi di quelle 4 h trascorse tra le 9.20 e 13.20 di una domenica mattina, dove ancora una volta il Circolo Sportivo Atletica Amatori Nuoro è stato protagonista. 

   p.paolo

 PS. Questo racconto è la presentazione ufficiale della mia candidatura alle prossime elezioni del rinnovo del Direttivo societario. 

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