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Padova 2006 - di Francesco Soro

 

Al 36 km della maratona di S. Antonio mi sono avvicinato alla tenda dell'organizzazione per chiedere ad un addetto dove era il furgone dei ritirati, li’ č finita ufficialmente la mia maratona, ma era dal 30 km che avevo iniziato a camminare cercando nei km successivi la determinazione per riprendere, convincendomi che il km dopo avrei potuto ritrovare la forza per rimettermi correre; invece niente, la testa aveva deciso senza via di scampo che non ne voleva piu' sapere di arrivare al traguardo correndo, era piu' comodo farsi accompagnare dall'autista senza sbattersi, come se si fosse attivato un meccanismo tipo salvavita elettrico. Piu' cercavo di ridare energia al sistema, piu' il salvavita scattava come si fosse creato un corto circuito da qualche parte.

Mentre rientravamo in ostello per la doccia, con p.paolo ho visto delle persone che arrivavano sul traguardo (5 ore e passa) con un sorriso radioso, li ho davvero apprezzati ed un po' invidiati per la gioia che provavano in quel momento perche' il traguardo da’ le motivazioni per rimettersi in strada, per soffrire e sudare senza badare a tempi, medie al km e quant'altro o a chi dice: “chi te lo fa fare”!. La delusione passera' ma l'emozione provata entrando nel pulmino sara' difficile da dimenticare, mi servira’ da esperienza per le prossime gare per gestirle meglio.

Sono stati come al solito due giorni intensi, sveglia alle ore 04,00, aereo alle sette e due ore e mezzo di treno per arrivare a Padova, preso alloggio in ostello e subito fuori per andare all'expo e visitare la citta'. La prima avvisaglia che qualcosa poteva andare storto (dovevo capirlo) l'abbiamo avuta a pranzo in un ristorante di fronte alla basilica, abbiamo mangiato due piatti di pasta (scotta), un bicchiere di birra, una pizza in due, acqua ed uno schifosissimo caffe', il tutto per la modica cifra di 40,00€. Per fortuna ci siamo rifatti a cena in compagnia di amici maratoneti con i quali ci siamo divertiti, con i carboidrati che arrivavano da tutte le parti, che assediavano la cricca che si č difesa con i denti e le armi a disposizione (forchetta
e coltello) ed alla fine, sudando e faticando, abbiamo vinto senza lasciare scampo al nemico.
Il secondo campanello d'allarme č suonato rientrando in camerata (camerata perche' eravamo in 13) ma piu che un campanello era un trombone perfettamenta accordato di uno che russava beatamente incurante
degli altri ospiti, ci siamo messi al letto un po' preoccupati di non riuscire a dormire ma la stanchezza ha avuto il sopravvento e tra una suonata
e l'altra, le urla di un napoletano che proprio non riusciva a sopportare la sinfonia, ci siamo addormentati sognando traguardi vittoriosi e ragazze Padovane che facevano la fila per baciare i grandi atleti.
L'indomani in pullman sino a Vedelago con la temperatura che intorno alle otto era circa di 16°, con Pierpaolo che in virtu' dell'esperienza accantonava propositi di personale e con il sottoscritto che invece era convinto di poterla spuntare con la giusta fatica ma con determinazione (ahhhhg) Puntavo ad un risultato di 3h40', con la segreta speranza di poter limare ancora qualche secondo, speranza dato dal fatto che gli allenamenti erano andati proprio bene e che fisicamente mi sentivo in forma per cui alla partenza mi sono imposto un ritmo intorno ai 5'15'' per poi poter accelerare dopo la mezza.

Alla mezza ho fatto 1h50' 02'' perfettamente in linea con le aspettative, sino al 25 km tutto bene, 26/27 qualche secondo in piu' ma facilmente gestibile, tra il 28 ed il 30 km il patatrac con tutto quello che ho
scritto piu' su. Tecnicamente il percorso lo ho trovato facile (non si rida per favore ....) ma noioso con lunghi rettilinei in campagna senza pubblico e con molto sole (alla fine eravamo intorno ai 26°) personalmente preferisco il percorso di Reggio, ma per fare il tempo e’ senz'altro piu' adatto Padova (di nuovo per favore non si rida...) e mi sembra che anche dal punto di vista della partecipazione il pubblico sia piu’ attivo nell'incitamento verso chi corre (forse č per quello che non lo sentivo !!!!! ).

Come diceva il generale Massimo nel Gladiatore "forza e onore"  ci saranno altre maratone  per rifarsi, altre strade dove sudare e soffrire e boccali di birra per festeggiare (spero in compagnia).

 Come dicono alla partenza di Padova:

BUONA STRADA A TUTTI

 
Francesco

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