top

Maratona di Reggio Emilia - 12 dicembre 2004

 

La mia Reggio.

Sono stato lungo, prolisso ed ho scritto in pessimo italiano.

Perdonatemi, questa e' la mia parzialissima cronaca reggiana.

-------------------------------------------------------------------------

Ci sono tante cose belle e positive da raccontare…. E una sola negativa. Eccola: la mia Maratona e’ finita alla mezza. Stavo bene. Sono arrivato alla mezza in perfetto crono (1,45’,05’’) guidato dal nostro Giuanluigi “The Wall”, ho corso con buone sensazione e c’erano veramente tutti gli ingredienti per un buon risultato. Ma il mio ginocchio destro ha detto basta. Un dolore improvviso, un dolore che conosco gia’ purtroppo, e ho dovuto camminare zoppicando per quasi tutto il 22esimo k. Poi una leggera ripresa, spinto piu’ dalla rabbia che altro, ho riprovato lentamente a corricchiare, 23k…, 24k…, alternando passo e corsa sempre in pieno stile “storpio”, correvo come se la  gamba destra fosse stata piu’ corta di 10 cm. Al 25esimo c’era il bus navetta per il recupero atleti, lo ho guardato ma sono andato oltre. Il sabato prima avevo vista la medaglia, bella, forse la piu’ bella rispetto alle mie 5 medaglie gia’ conquistate. Con una fascia tricolore che, ci diceva il nostro Paolo Manelli, era dipinta a mano dagli artigiani che la producono. Volevo quella medaglia. Tra il 26k e il 27k c’e’ qualche saliscendi e, soprattutto in discesa, corro vedendo le stelle… eppure e’ una bellissima giornata di sole!! :-))))

Dopo il 27k non riesco piu’ a correre e mi trascino sino al 30k dove cedo alle lusinghe del bus navetta. Punto.

Per le cose positive dovrei scrivere interi capitoli. Tutto inizia alle 8,30 di sabato a Linate, l’incontro con Corrado, gentilissimo nell'offrirci un passaggio un auto. Chiara che ci viene a salutare, poi la partenza verso Reggio. Al ritiro pettorali nessuna fila e la prima sorpresa. Sapevo gia’ di avere il numero di pettorale 1502 o giu’ di li’. Al momento del ritiro pero’, stranamente gli addetti non trovavano la mia busta. Dopo un veloce consulto nei pressi del PC dell’organizzazione si svelava il mistero. Il mio pettorale era in realta’ il n. 59 (mio anno di nascita). Per la cronaca, un certo podista Gianni Morandi aveva il pettorale n. 60 (anni che compiva in qual giorno). In pratica era successo che il caro Paolo Manelli, aveva voluto farmi un omaggio incredibile: farmi partire nella prima gabbia, quella dei top runners e dei “vip”. Grazie Paolo! L’emozione e’ stata intensa.

Nel pomeriggio all’Expo l’incontro con l’Orlandone nazionale, sempre cortese e disponibile, saluta tutti e conosce tutti, “sopporta” con piacere le nostre richieste di foto, commenti e suggerimenti sulla gara. Non ci vedevamo da due anni e mi ha riconosciuto all’istante. Forte!

Poi arriva Ettore “caldaia umana” Coppola, finalmente posso stringergli la mano per la prima volta.

Con sorpresa incontro diversi amici sardi ed e’ veramente un piacere vedere come altri sardi hanno fatto la mia stessa scelta decidendo di venire a Reggio. Se nel percorso avete visto una maglia rossoblu’ n. 10 col nome ZOLA, era il cronista sportivo del quotidiano sardo “L’Unione Sarda”, aveva deciso di correre con l’omaggio fattogli dal nostro grande campione. E’ ancora un susseguirsi di incontri, dimentichero’ certamente qualcuno, Massimo, Mattia che deve scappare per andare al lavoro, Maurizio, Fabio e Barbara che ci offrono lo spumante e i dolci, Alessio, Antonio, i due Babbi Natale Andrea e Marco che incontrero’ il giorno dopo e il grande The Wall col quale correro’ diversi chilometri della mia mezza reggiana.

Scusate, sto buttando giu’ pensieri cosi’ come arrivano. Al mattino alle 7,30 siamo al ritrovo, c’e’ un freddo boia ma gli spogliatoi sono riscaldati. Nessun problema. Si puo’ stare al caldo sino a 5’ prima della partenza. Ancora incontri, saluti e incoraggiamenti. Alle 8,50 l’emozione di entrare nella gabbia dei pettorali da 1 a 100. Che ci faccio io qui? Al mio fianco c’e’ un keniano piccolo e magro, pesera’ 40 kg scarpe comprese, arrivano altri top, si salutano con entusiasmo, si vede che molti sono amici fra loro, e io devo partire  con simili campioni? Non so se e’ maggiore la vergogna o la gioia di stare in quella posizione. Per fortuna l’arrivo di Gianni Morandi fa calare la tensione, c’e’ entusiasmo, tutti lo salutano e lui e’ disponibile con tutti, poi arriva la Fogli e quel rettangolo di strada recintato diventa quasi un incontro fra vecchi amici.

Non mi dilungo oltre, la partenza e’ una bella emozione, i primi km sono troppo veloci ma al terzo mi attesto sui 4’50’’ rallentando sulle salite come Orlando ci aveva consigliato. Le sensazioni sono ottime, corro un po’ con Marri che diventa subito una guida turistica di estremo interesse. I ristori sono abbondanti, le spugne sono calde, il pubblico e’ partecipe.  Dopo l’aggancio con The Wall corro ancora meglio, lui si preoccupa per me e mi consiglia spesso di stare coperto, pensate…. Ad un certo punto lo ho visto correre all’indietro per diversi metri nel tentativo di inquadrare la mia posizione nel gruppo, grazie Gianluigi, sei stato una guida validissima. Poi il ristoro della mezza, poi il buio, il ginocchio fa crac. Fine della corsa. Da 0k a 21k in 1h,45’05, da 21k a 30k in 1h,20’, troppo per arrivare alla fine.

Su Morandi vorrei spendere due parole. Ho verificato di persona quanto sia benvoluto dalla gente e quanto lui sia di una disponibilita’ totale nei confronti di tutti. Non si stanca di stringere mani e salutare. E’ lui che incoraggia gli altri tapascioni, addirittura al rientro nello spogliatoio, pur stanco, stringeva mani e si congratulava con tutti. Esemplare.

Il prossimo anno sara' il decennale, mi chiedo cosa si possa fare di piu' per migliorare questa manifestazione. Non lo so proprio.

Io faro' di tutto per esserci.

Lasciatemi concludere con un ringraziamento particolare a Luca Speciani,   non faccio grandi discorsi sugli allenamenti che mi ha proposto. Dico solo che mi sono divertito a farli, anche quando non ho avuto la forza di concludere secondo i tempi previsti, pero' non mi sono mai annoiato. Ed e' questo che voglio dalla corsa.

Ora pensero' al ginocchio e poi si riprende.

Saludos sereni

Massimo

inizio pagina