Il Runnerdipendente
Tutte le passioni, prima o poi, possono degenerare in dipendenza. Il
dipendente assume atteggiamenti che dal resto della comunità sono
considerati inizialmente buffi, in seguito noiosi e infine pericolosi.
La
corsa e' un passione e , come le altre, può sfociare in perniciosa
dipendenza. Al fine di evitare di incorrere in un graduale ostracismo ed
essere osservati con timore e antipatia è quindi utile identificare
quali
sono i sintomi che segnalano la minacciosa incombenza della fase di
dipendenza, dalla quale il runner spesso riesce ad uscire indenne.
1) Minutometria: il runnerdipendente tende a misurare le distanze non
in unità di lunghezza ma in "tempo corsa". Così c'è da preoccuparsi quando, al
turista in auto che vi chiede se sia lontano l'aeroporto internazionale
di Malpensa, voi da Milano rispondete "circa 3h40' a ritmo maratona".
2) Trainingpatia: il runnerdipendente vive per l'allenamento e
scandisce
i
ritmi della propria giornata in base a quello che dovrà fare sul campo.
L'
allenamento costituisce il momento pivot della giornata che ne viene
quindi
completamente condizionata. Un esempio : sorpreso a metà mattina con
sguardo
perso nel vuoto seduto alla vostra scrivania alla domanda del collega:
"Mario hai mal di testa? rispondete: " no, ho le ripetute in salita".
3) Filopenia turistica: il runnerdipendente non è un gran compagno di
viaggio. Ovunque vada pensa solo alla corsa (e RTP e' in questo un
aiuto
fondamentale). Un esempio chiarisce l'idea. Giunti in una nuova citta'
gli
amici in viaggio/vacanza si danno appuntamento nella hall dell'albergo
per
un'"uscita serale". Al gruppetto agghindato in tenuta da gran sera il
runner
si presenta in mutande, canottiera e scarpette e con sguardo
interrogativo
chiede :"ma non siete scomodi a correre coi tacchi e la cravatta?".
4) Sindrome della valigia dissociata: qualsiasi sia la destinazione, e
qualsiasi sia il movente (vacanze o business) il runner ha come prima
preoccupazione la corsa. Campanello d'allarme : aprendo la valigia in
albergo prima di una riunione di lavoro importante scopriamo che manca
il
rasoio, lo spazzolino la cravatta e le mutande di ricambio. In compenso
abbiamo 2 paia di scarpe da corsa e due tenute complete estate/inverno
oltre
a un barattolo di vaselina per i lunghi. Tutti oggetti utili per la
corsa
ma
di scarso aiuto nelle riunioni di lavoro (anche se a volte la vaselina
potrebbe essere di qualche utilita').
5) Plicofobia: il runnerdipendente ha una maniacale cura della magrezza
che
diventa un obbiettivo esistenziale quasi gandhiano. La frase "Giorgio,
ti
vedo benissimo, sei tirato come una cartolina" detta con malcelata
invidia
all'amico appena uscito da una convalescenza da una lunga malattia è un
chiaro sintomo di dipendenza da non sottovalutare.
6) Sidrome procreativa del runner (o dell'accoppiamento sporadico):
anche
il sesso per il runnerdipendente è condizionato dai ritmi stagionali
dell'
allenamento. Si spiega in tal modo la scarsa prolificità dei runner.
Infatti far coincidere la fase di fertilità con la settimana di scarico (unico
periodo dell'anno nel quale i rapporti sessuali hanno scarsa incidenza
sulle
prestazioni atletiche) è statisticamente compito improbo.
7) Monomania: effetto tipico di tutte le dipendenze. Il
runnerdipendente
tratta con disprezzo gli appassionati di calcio che discutono dal
lunedi'
al
giovedi' della partita di domenica e dal venerdi' al sabato della
partita
della domenica successiva. Salvo poi essere in grado di discutere dalla
domenica al mercoledi' della tattica di gara tenuta da Baldini alla
maratona
dei mondiali: gara che ha visto rigorosamente piazzato per 2 ore e un
quarto davanti alla TV. Chiunque sia in grado di resistere per 2 ore e
un
quarto (quando non di piu' nel caso delle maratone femminili) davanti
alla
TV vedendo gente in mutande e maglietta che corre o ha un curioso senso
dello spettacolo, o soffre di insonnia o e' un runnerdipendente.
8) Calendariopatia: il comportamento del runnerdipendente e'
condizionato
in modo assoluto dal calendario delle gare. Due settimane prima di una
gara
importante il runnerdipendente ha lo sguardo un po' fisso e perso, a
volte
parla da solo (autoincitandosi) e a fine giornata piomba a letto
distrutto:
effetto dell'ultima settimana di carico. Nella settimana successiva ha
un'
aria un po' euforica e espansiva, limita al minimo gli spostamenti e gli
sforzi; ingurgita quantita' improbabili di pasta, ceci e risotti e si
corica
non dopo le 7 di sera. Sono gli effetti della settimana di scarico. Nei
giorni seguenti (dopo la gara) il runnerdipendente ha una camminata un
filino rigida (effetto delle microlesioni muscolari e della vaselina
sempre
insufficiente), e uno sguardo beato/ebete (gara andata bene, nuovo
personale) o cupo/ebete (gara andata male, battuto dal solito amico che
si
allena la meta'). Dopo qualche giorno il runner e' pronto a ricominciare
il
ciclo in base al calendario podistico del momento.
9) Criptologia: il runner dipendente esaspera i codici di linguaggio
della
categoria e, senza accorgersene, si esprime per sigle oscure ai piu'
anche
quando parla con i "normali". All'amico che domanda "che fai domenica
mattina?" la risposta sara' " la tabella prevede un CLS con fartlek
1.30/1.30, ma visto che in zona c'e' una fiaspata penso che mi
aggreghero'
ai tapascioni". E' superfluo descrivere lo sguardo dell'interlocutore
non
runner. Sguardo che diventa piu' preoccupato quando assiste al dialogo
tra
due runners (maschi): " ieri alla terza ripetuta veloce mi sono
schiantato", "..dovevi venire con me che ci facevamo un lungo lento insieme nei
boschi....una vera goduria".
10) Delirio di onnipotenza: l'ultimo stadio del runnerdipendente: si
convince di far parte di una elite di superuomini capaci di temprare il
proprio fisico secondo i dettami della propria mente. Guarda con
superiorita
' e sufficienza i poveri non runner che non capiscono quanto sia bello
nell'
ordine:
• alzarsi alle 4 e 30 nel freddo nebbioso del novembre cittadino per
andare
a correre al buio in mezzo ai camion della nettezza urbana;
• correre in ambiente chiuso e odoroso di linoleum su un tappeto che
scorre
sotto i piedi sudando come un animale e col rischio continuo di
abbattersi
al suolo.
• cibarsi con l'ausilio di una calcolatrice per risolvere i problemi
della
"zona";
• Leggere riviste che pubblicano (a distanza di tempo variabile e
"random"
e
accompagnati da una veste grafica di volta in volta differente) sempre
e
solo gli stessi tre articoli: "i primi passi : tabella per cominciare";
"come superare la crisi del 35mo km"; "novita' nel mondo della scarpa da
running".
• spalmarsi di creme puzzolenti e vaselina;
• parlare delle proprie vesciche e dei propri tendini;
• indossare buffi capi di abbigliamento in tessuti inesorabilmente
sintetici
destinati ben presto a puzzare senza rimedio;
• Trovarsi pigiato in una gabbia in mezzo ad altri personaggi in
mutande,
vaselina e creme puzzolenti, a volte intenti a espletare bisogni
fisiologici
impellenti, in attesa di uno sparo di cannone;
• Partire da un punto per tornare allo stesso punto dopo piu' di 42 km
di
fatica completamente inutile e dannosa per l'apparato muscolo
scheletrico
nonche' per la pazienza dei consorti.
Avete riconosciuto nei comportamenti di qualche vostro amico o
conoscente
qualche sintomo di quelli descritti? Non e' mai troppo tardi per
iniziare
una cura disintossicante.